Guardare all'esperimento di Tehching Hsieh per riscoprirsi sano di mente
Il performer ha vissuto per un anno legato a una donna con una corda lunga due metri e mezzo, senza mai potersi staccare e senza mai poterla toccare
“Ci sono tre istituzioni che io adoro: la casa di cura, la prigione e il monastero”. Questo dice Marina Abramovic, santona dell’arte performativa, ad Hans-Ulrich Obrist in “Vite degli artisti, vite degli architetti” (Utet). Nel libro sono molte le interviste utili e quella della Abramovic è la più utile proprio perché la più sgradevole. Vi si elogia un performer ancora più masochista e fanatico, Tehching Hsieh, il cui capolavoro è consistito nel vivere per un anno legato a una donna con una corda lunga due metri e mezzo, senza mai potersi staccare e senza mai poterla toccare. Dove risiede l’utilità di queste pagine? Eccola: se dopo averle lette non provi alcun interesse a partecipare anche solo come spettatore a una di queste manicomiali performance hai la certezza di essere sano di mente, e chiudi il libro rinfrancato.