La bellezza salva chi la ama
Franco Maria Ricci, caso raro di sognatore e concretizzatore
Ho conosciuto una giornalista di Reggio Emilia che non conosce l’esistenza di Franco Maria Ricci. D’accordo, il giornalismo è caduto molto in basso. Ma ho conosciuto anche cittadini di Parma che non hanno mai visitato il labirinto di Franco Maria Ricci, ubicato giustappunto in provincia di Parma. Certo, anche Parma si è abbassata di livello. Per salire in alto torno a trovare l’esteta editore al quale dobbiamo la rivista più bella del mondo (“FMR”), il libro più strano del mondo (il “Codex Seraphinianus”), il labirinto più grande del mondo (Labirinto della Masone, Fontanellato).
Grafico perfetto, bibliofilo instancabile, scopritore di Vittorio Sgarbi, Massimo Listri e Luigi Serafini, riscopritore di Giambattista Bodoni, collezionista di pittori e scultori scelti con gusto personale, non gregario, e dunque nessun Warhol ma un Celada. A giorni compie ottant’anni e mi parla come sempre di nuove iniziative che come sempre realizzerà: caso raro di sognatore e concretizzatore. Il principe Myškin diceva che la bellezza salverà tutti, il marchese Ricci dimostra che la bellezza salva le poche persone che perdutamente la amano: il mio maestro di eccellenza è più convincente di Dostoevskij.