Mangiare le Abissine prima che le eliminino per apologia di colonialismo
Ai prodotti gastronomici italiani degli anni Venti e Trenta venga estesa la tutela di cui gode l’architettura coeva
Sto preparandomi un cibo estremo, lessicalmente estremo: le Abissine rigate del pastificio La Molisana. Con quale sugo? Non importa, l’importante è sbrigarsi, gustarle prima che la Legge Fiano o il Grande Algoritmo le annientino per apologia di colonialismo. Stasera invece mi faccio le Tripoline di Divella oppure le Bengasine di Tamma, due formati nati al tempo in cui la conquista civilizzatrice schiacciò la tratta araba degli schiavi (oggi riapparsa grazie alla fine dell’eurocentrismo). Ma prima, nel pomeriggio, farò un salto all’Antica Pasticceria Pagani per comprare gli africani, mignon ovviamente ricoperti di cioccolato. Li postano su Facebook, spero che Zuckerberg non se ne accorga altrimenti addio profilo. E gli assabesi? Qualcuno produrrà ancora i pasticcini dedicati ad Assab, il porto che nel 1869 fu la nostra testa di ponte nel Corno d’Africa? Il tempo stringe: potrebbero seguire la sorte dei biscotti Tripolini che la Gentilini di Roma ha ribattezzato Nocciolini, perdendo un cliente. Ai prodotti gastronomici italiani degli anni Venti e Trenta venga estesa la tutela di cui gode l’architettura coeva! Ma siccome credo poco agli appelli, e ancor meno al rispetto dei miei connazionali per la propria storia, mi affretto a mangiare.