Fate tacere Bollani (ma lasciategli il pianoforte)
Il musicista è un fenomeno quando suona. Ma quanto parla, ai suoi concerti
Stefano Bollani ha cominciato a suonare a sei anni, ma quando smetterà di parlare? Parla e parla nei concerti, ed è un peccato perché nelle pause della logorrea si intravede un pianista niente male, certo non è Brad Mehldau ma non è nemmeno Giovanni Allevi e bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. Parla e parla nelle interviste, ed è un peccato perché se tacesse o se soltanto rallentasse l’eloquio potrebbe non dico somigliare ad Arturo Benedetti Michelangeli, non esageriamo, ma almeno a Cesare Cremonini che a domanda, sempre del Corriere, rispose: “Credo in Dio e ne ho timore”. Bollani non ha paura di niente e afferma che “il bene e il male non esistono a priori, per questo abbiamo inventato Dio”. Senza immaginare quanto sia rischioso dare ragione a Dostoevskij: se Dio non esiste tutto è permesso, anche sparare sul pianista che spara spropositi. Senza immaginarlo perché lui coi classici non va d'accordo: “A scuola parlavano dei Promessi Sposi e io leggevo Stephen King”. Come se non ce ne fossimo accorti… Prego gli sia dato un pianoforte e tolto il microfono.