L'importanza dell'eleganza
L’eleganza cambia molto più lentamente della moda ma trent’anni consumano interi guardaroba e a questo punto c’era davvero bisogno di “Mai senza cravatta. Breviario di eleganza maschile” di Tommaso Pandolfo Fanchin
Erano trent’anni o giù di lì che in Italia non si pubblicavano libri importanti sull’eleganza. Dall’epocale “Elogio della cravatta” del conte Nuvoletti, da “Vestiti, usciamo” di Luigi Settembrini, da “Homo elegans” di Riccardo Villarosa. L’eleganza cambia molto più lentamente della moda ma trent’anni consumano interi guardaroba e a questo punto c’era davvero bisogno di “Mai senza cravatta. Breviario di eleganza maschile” di Tommaso Pandolfo Fanchin (Aliberti editore). Il giovane nobiluomo veneto è un tradizionalista di stretta osservanza inglese eppure il libro è utile anche per chi come me non può soffrire cardigan e risvolti, raglan e trench. Innanzitutto vi si possono leggere frasi fantastiche: “Mai il gentiluomo toglierà la giacca in presenza di signore estranee”. Poi vi si possono approfondire capi tanto meravigliosi quanto negletti, nei capitoli “Giacca da camera”, “Giacca da fumo”, “Marsina”, “Pelliccia”, “Tabarro”, “Zimarra”… “Mai senza cravatta” è un libro apparentemente tutto di apparenze e però contiene una sostanza segreta e stoica: lo si può leggere, dunque così lo si legga, come un manuale di ascesi, come un corso di perfezionamento in primo luogo interiore. Tant’è vero che il gentiluomo inizia a essere tale quando nessuno lo vede (“Non gira per casa mal rasato e mal vestito”).