Meglio il mare d'inverno di Cortina
In montagna c’è il rischio di consumare le vacanze in coda, di piantarsi sulla statale di Alemagna imprecando contro la neve, gli spazzaneve, le catene da neve
Lodato sia il mare d’inverno che è poco moderno e profuma di eterno, oltre che di salsedine. Guido sul lungomare di Marzocca sferzato dal vento che spinge le onde a pochi metri dall’asfalto, pensando alle parole di Enrico Ruggeri, alla voce di Loredana Bertè in quella vecchia canzone scritta a pochi chilometri da qui, a Marotta, e poi all’ode fondamentale del fondamentale Orazio con la visione della scogliera sfiancata dalla burrasca, e mi fermo alla Madonnina del Pescatore, davanti all’omonimo, sprangatissimo ristorante di Moreno Cedroni, e scendo per godermi da vicino la mareggiata, la spiaggia di ciottoli bianchi, l’edicola sacra. Sfrenatamente romantico. Mi sento il “Viandante sul mare di nebbia” o il “Monaco in riva al mare”, sempre di Friedrich. Adesso nelle orecchie mi sale un brano di Marco Frisina, “I cieli narrano”: spesso il Salmo 19 viene associato alle vette ma io la gloria di Dio la vedo meglio sull’Adriatico in tempesta. Perché andare fino a Cortina? C’è il rischio di consumare le vacanze in coda, di piantarsi sulla statale di Alemagna imprecando contro la neve, gli spazzaneve, le catene da neve. Mentre da Senigallia ad Ancona la strada è libera, il sublime scatenato, il futuro aperto. Alleluia.