Il santo editore
E' l'ora di Pulcinoelefante e di Alberto Casiraghi, che ha fatto voto di povertà e come San Francesco vive in perfetta letizia
“E l’ora degli indipendenti”, dice Riccardo Cavallero della Sem commentando i positivi dati di vendita delle piccole case editrici. Dunque è l’ora di Alberto Casiraghi che con la sua Pulcinoelefante è l’editore più piccolo di tutti e il mio Maestro di Piccolezza (una virtù evangelica, chiaro). Piccolo è il paese brianzolo dove abita, Osnago, nelle cui strade si possono però incontrare anche l’eccellente pittrice Marta Sesana e il cardinal Ravasi quando torna a trovare le sorelle. Piccola è la casa dove vive e lavora, tuttavia completa, con la camera da letto al piano di sopra e l’orto e il pollaio sul retro. Piccoli i libri, pochissime pagine di bellissima carta, che realizza superartigianalmente, stampandoli in salotto con una macchina anni Quaranta e legandoli in cucina tra gli effluvi del minestrone. Piccoli i testi: anche solo un aforisma o un verso, di autori famosi o sconosciuti, per lui non cambia. Piccole le immagini: un disegno, una foto, a volte perfino un olio. Piccola la tiratura: una trentina di copie. Piccolo il prezzo: dieci-quindici euri e giustamente Gillo Dorfles protestò (un’opera d’arte originale al prezzo di una pizza?) ma Casiraghi è un santo editore, ha fatto voto di povertà e come San Francesco vive in perfetta letizia. Dal 2002 vado a trovarlo periodicamente, per ammirare la sua vita di autarchia e poesia, per vederlo comporre le pagine a mano, con i caratteri mobili, tale e quale Gutenberg, per sentirmi raccontare di come è diventato indipendente dopo aver perso il lavoro di tipografo dipendente per colpa dei computer. Dall’8 febbraio potranno andarlo a trovare tutti, a Milano, alle Stelline dove stanno allestendo la mostra dedicata ai suoi 10.000 titoli (spero ci sia anche quello che ho scritto io). Ringraziando il Cielo per avermi mostrato che già in questa vita gli ultimi possono essere i primi e i piccolissimi, a loro modo, grandissimi.