I salmi censurati
Le preghiere scomparse per rendere le liturgie più comprensibili
Davide, re d’Israele e santo del Calendario, vincitore di Golia e antenato di Cristo, dovevo immaginarmelo ma non lo sapevo e l’ho scoperto grazie a “Salmi censurati” di André Wénin (EDB): la Chiesa ti ha imbavagliato. E non è stato Papa Francesco bensì Paolo VI, nel 1971, siccome il rinnegamento della Bibbia è una storia vecchia che ebbe un’accelerazione quando nella liturgia entrarono le lingue nazionali. I preti volevano risultare più comprensibili ma presto si accorsero che l’oscurità aveva i suoi vantaggi. Finché i tuoi salmi 58 e 109 erano in latino, nessun problema. Quando si cominciarono a leggere in italiano cominciarono i dolori: divenne evidente che non erano compatibili con l’edulcorato, e molto inventato, cattolicesimo post-conciliare. E allora zac, censura, via dalla liturgia delle ore, via ovviamente dalle prediche. Io non ti rinnego, Davide, e da quando so che ti hanno censurato ripeto più spesso le tue sante parole: “Il giusto laverà i piedi nel sangue dei malvagi”.