Il Giorno del Ricordo non sia appalto del fascismo
Tre motivi per rivalutare la ricorrenza dedicata agli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia
San Marco, ho fatto un sogno. Il Giorno del Ricordo, dedicato ogni 10 febbraio agli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, da specialità fascista diventava specialità venetista. Vorrei tanto si trasformasse in realtà. Primo perché la lingua madre degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia era il veneto orientale (il dolcissimo “veneto da mar”), non l’italiano. Secondo perché se quelle terre furono italiane lo si deve a te, se sono slave lo si deve a Mussolini. Terzo perché i fascisti per quanto in crescita resteranno minoranza, mentre i venetisti, lo dicono i risultati del referendum dell’ottobre scorso, in Veneto sono già maggioranza. E il Giorno del Ricordo non dev’essere appaltato a una fazione. Quarto perché i fascisti hanno un’estetica funerea e hanno fatto del 10 febbraio un 2 novembre, nient’altro che foibe, mentre i venetisti, nature gaudenti, potrebbero valorizzare aspetti più ameni, le isole, le spiagge, il maraschino, la malvasia, gli scampi alla busara, i cani a pois, Tommaseo, Foscolo, Missoni, la linea di sangue istriano da cui Alida Valli, Laura Antonelli, Femi Benussi, Francesca Neri… Che bel sogno, San Marco.