Le chiese moderne sono picconate assestate alla fede
L’architettura ecclesiastica come prova dell’apostasia ecclesiastica è qualcosa che oggi voglio dimenticare per conservare la salute e la pratica religiosa
Prego l’amico lettore di perdonarmi se segnalo in ritardo “Costruito da dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali” di Angelo Crespi (Johan & Levi editore). Soffro di palpitazioni, specie quando vado a letto, e non voglio esagerare con le gocce di biancospino, temo che alla lunga non facciano più effetto. Dunque sul comodino non posso tenere un libro che mi agita, un libro in cui è scritto: “Che ci sia lo zampino del diavolo lo prova la disarmante ingenuità e incuranza con cui procedono le gerarchie dell’ecclesia quando concedono il nulla osta all’edificazione di nuovi luoghi di culto”. Ma pure di giorno non ce la faccio a rivedere le immagini delle picconate assestate alla fede, con i soldi dei fedeli, dai vari Fuksas, Botta, Meier, Piano, Zucchi, e da quello Studio Nemesi che per la chiesa di Santa Maria della Presentazione, a Roma, una nemesi certamente merita. L’architettura ecclesiastica come prova dell’apostasia ecclesiastica è qualcosa di cui scrissi, qualcosa di cui lessi nei libri di Elémire Zolla, di Enrico Maria Radaelli, di Francesco Colafemmina, e che oggi voglio dimenticare per conservare la salute e la pratica religiosa. Suggerisco il libro di Crespi agli uomini di molta fede, ai cattolici dal cuore più saldo del mio.