Mughini, l'ultimo cantore del corpo femminile
Anche fra cent’anni ci saranno scrittori nati a Catania ma nessuno di loro ci sarà cresciuto al tempo dei romanzi di Brancati ed Ercole Patti
Il Gran Mughini si immagina di essere l’ultimo cantore dei libri e sulle pagine di “Che profumi quei libri” (Bompiani) lancia “una disperata carica di cavalleria” contro il digitale. Davvero entusiasmante, epico, il “libro in onore dei libri” firmato da colui che è al contempo uno dei massimi bibliofili e uno dei massimi prosatori italiani. Io però non sono così sicuro che l’oggetto libro sia spacciato, non sono convintissimo che non ci saranno altri cantori in futuro. Esistono, li conosco, ventenni che leggono libri, libri veri ossia letteratura, e se oggi appaiono più interessati al contenuto che alla forma non è detto che fra vent’anni non cambino priorità: collezionisti di prime edizioni si diventa. A me sembra che Giampiero Mughini sia invece l’ultimo cantore del corpo femminile (anche fra cent’anni ci saranno scrittori nati a Catania ma nessuno di loro ci sarà cresciuto al tempo dei romanzi di Brancati ed Ercole Patti). Il capitolo più peculiare del libro è “L’eccitante Druuna e le altre”, dedicato alla sezione erotica della sua collezione, e non mancano le foto, con didascalie torride quanto le immagini. Soltanto il Gran Mughini sa dare simile valore a uno strip-tease anni Cinquanta, a un cunnilingus praticato nell’ombra, a un amplesso disegnato in una vignetta: Dio ce lo conservi.