Bruciate le Bibbie in italiano, così i cardinali potranno continuare a parlare
L'interpretazione invasionista del cardinale Ravasi del libro dell’Esodo. Che è un testo ferocemente monoculturale. Di più, monoreligioso
Sua Eminenza Cardinal Ravasi suggerisca al Papa di far bruciare tutte le Bibbie in italiano e di tornare all’anno di grazia 1470, un anno prima della prima traduzione nella nostra lingua della Parola di Dio. Solo così la sua interpretazione invasionista del libro dell’Esodo (vedi intervista apparsa ieri sul Giornale) potrà apparire vagamente credibile. Finché il libro che narra l’uscita degli Ebrei dall’Egitto sarà comprensibile a tutti, tutti potranno verificare che è un testo ferocemente monoculturale. Di più, monoreligioso: “Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso l’Amorreo, l’Hittita, il Perizzita, il Cananeo, l’Eveo e il Gebuseo e io li distruggerò, tu dovrai frantumare le loro stele”. Altro che dialogo! Altro che accoglienza! L’Esodo è il libro della pulizia etnica: “A poco a poco li scaccerò dalla tua presenza […] essi non abiteranno più nel tuo paese, altrimenti ti farebbero peccare contro di me”.
Ovviamente si può essere marcionisti seguendo l’eresia di Marcione che immaginava il Dio dell’Antico Testamento malvagio e diverso dal Dio del Vangelo. Ma allora l’Antico Testamento non va più citato se non per condannarlo oppure, ipocritamente, gesuiticamente, va seppellito dentro qualche lingua morta, il latino o ancor meglio il greco antico (ideale sarebbe l’aramaico). Affinché i cardinali continuino a parlare, il Signore sia messo a tacere.