Troppi Papi per una Cristianità confusa
Vorrei essere ignorante come la “vezzosa forosetta” incontrata da Byron a Ravenna
Papi pro Papi o contro Papi, Papi ed ex Papi o ancora Papi, troppi Papi per una Cristianità confusa. Vorrei essere ignorante come la “vezzosa forosetta” incontrata da Byron a Ravenna. “Che cos’è il Papa?”. “Davvero non lo sai?”. “No, non so che cosa sia o chi sia – è un santo?”. “E’ un vecchio”. Questo il dialogo fra il Lord inglese e la bella romagnola che pure andava in chiesa, come allora facevano tutti, ma non aveva capito chi o cosa fosse questo benedetto Papa. Lo si legge in “Un vaso d’alabastro illuminato dall’interno” (Adelphi), la parte dei diari scampata alla distruzione, probabilmente quella meno pericolosa per la reputazione dell’autore e dei suoi amici. Non che nelle pagine sopravvissute Byron appaia uno stinco di santo: la bisessualità traspare, il dongiovannismo e l’alcolismo idem. Però non era un libertino totale, visto che si dichiara creazionista (prima di Darwin l’evoluzionismo già serpeggiava) e rispetta il venerdì di magro. Era insomma un tormentato e lo capisco, sono un tormentato anch’io, però per le notizie che giungono dal Vaticano. Potessi anch’io non sapere cos’è il Papa, potessi essere un cattolico disinformato come lo si era in campagna, in Romagna, nel 1821.