L'arte che si comporta da nuova religione
Parma 360 non capisce e non merita i santi
San Quirino e San Tiburzio, molti mi chiedono un giudizio su Parma 360, il “festival della creatività contemporanea” aperto fino al 3 giugno. Solo che io quando sento la parola creatività metto mano al crocefisso: l’unico creatore è Dio, l’uomo che pensa di poter creare qualcosa mi appare patetico o diabolico. Poi c’è questa disgustosa attitudine sacrilega dell’arte contemporanea: se una mostra di Parma 360 è all’Ospedale Vecchio, e ci sono andato per le grandi tele del grande paesaggista Giovanni Frangi, due sono nelle ex chiese a voi intitolate e lì, per rispetto nei vostri confronti, del cristianesimo e di Cristo, non ho messo piede.
Devo ammettere che scorrere l’elenco degli artisti esposti ha reso meno eroica la mia decisione ma non voglio entrare nel merito o nel demerito dei singoli, entro solo nel demerito di un’arte che si comporta da nuova religione, da culto sostitutivo, e del disastro antropologico costituito dai frequentatori di mostre anziché di messe. “La loro mente si nutre di cenere”, scrive Isaia degli adoratori di pezzi di legno, le installazioni dell’VIII secolo avanti Cristo. Parma 360 non vi capisce e non vi merita, San Quirino e San Tiburzio.