Vittorio Sgarbi è il rapper migliore della nostra epoca
Come uno di quei cantanti punta molto sulla parola e sulla parolaccia, sulla libertà e sul libertinaggio. Ma soltanto lui riesce a coinvolgere generazioni così diverse e a offrire così tanti livelli di lettura
Stavo godendomi un cosciotto di pavone all’Ambasciata di Quistello (se ho voglia di pavone non saprei a quale altro ristorante rivolgermi) quando è entrato il Maestro Ineguagliabile, Vittorio Sgarbi circondato da un corteo di baccanti mediamente poco vestite, una mezza dozzina o forse una ventina di ragazze e di donne fra cui credo di avere identificato un’assistente forse amante, un’amante forse fidanzata, due figlie, la madre di una figlia, una pornostar, una instagrammer da mezzo milione di seguaci... Mi sono domandato chi altri oggi in Italia potrebbe fare un’entrata così spettacolare. Forse un rapper. Dunque Sgarbi è il nostro caro rapper, anche lui come uno di quei cantanti punta molto sulla parola e sulla parolaccia, sulla libertà e sul libertinaggio. Ma soltanto lui riesce a coinvolgere generazioni così diverse e a offrire così tanti livelli di lettura. Di cosa potrei parlare con un rapper convenzionale? Di convenzionali canne? Col Maestro Ineguagliabile posso spaziare dai social spazzatura alle Madonne fondo oro, dalle liti con Cruciani e Parenzo alle domande che fece a Montale quando lo incontrò a Ferrara nel 1970. E di tutto questo si parla, tra un boccone di pavone e un sorso di lambrusco e un sorriso di baccante, all’Ambasciata di Quistello all’una di notte, e posso essere stanco e posso aver bevuto ma della fortuna di essere un suo contemporaneo resto perfettamente consapevole.