Non chiamateli sovranisti
“La sovranità - diceva Jünger - ha origine con l’imposizione dei nomi”. Il neoministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, ha nominato curatore del Padiglione Italia della Biennale Arte un critico di nome Milovan
Non li si chiami sovranisti. Un sovranista sa che “la sovranità ha origine con l’imposizione dei nomi” (Ernst Jünger, “Trattato del ribelle”) e dunque non nominerebbe curatore del Padiglione Italia della Biennale Arte un critico di nome Milovan. Così come io, esaltato dal mio impeccabile nome cattolico-italiano-romano-e-perfino-etrusco, non ho inserito fra gli Eccellenti Pittori due autori i cui quadri non sono riusciti finora a recuperare l’handicap colonialistico-onomastico, Rudy Cremonini e Michael Rotondi, e sto cercando di capire se Thomas Braida si chiama così per omaggio all’inglese o al latino. A meno che, estrema congettura, il neoministro della Cultura abbia voluto premiare non un nome straniero bensì un nome serbo (Milovan lo è). Siccome sotto un sovranista spesso c’è un serbista, almeno a partire dal 1999 (anno dei bombardamenti globalisti di Belgrado). Fino a quando la remota ipotesi non verrà dimostrata, non li si chiami sovranisti.