Il minimalismo fa scappare anche gli spermatozoi
Il critico Craig Owens e l'attacco all’arte figurativa dei pittori neo-espressionisti ritenuti colpevoli di “virilità, mascolinità, possanza”
Che il minimalismo faccia scappare l’anima me lo fece scoprire James Hillman. Che faccia scappare anche gli spermatozoi me l’ha fatto scoprire Julian Bell in “Che cos’è la pittura?” (Einaudi). Questo pittore-scrittore d’arte mette utilmente in fila le teorie sulla pittura da Platone in avanti e a un certo punto evoca Craig Owens, critico ancor più omosessualista che omosessuale, morto prevedibilmente di Aids nel 1990 dopo aver tentato di seppellire per l’ennesima volta (dopo l’iconoclastia bizantina, l’iconoclastia islamica, l’iconoclastia puritana, l’iconoclastia giacobina, l’iconoclastia avanguardistica) l’arte figurativa ai suoi tempi rappresentata dai pittori neo-espressionisti ritenuti colpevoli di “virilità, mascolinità, possanza”. Meglio il minimalismo, a suo parere, siccome devirilizzato e spossato… Owens, che avrebbe apprezzato l’odierna moda genderless, considerava i quadri massimalisticamente figurativi di Chia e Schnabel “un disperato e spesso isterico tentativo di recuperare qualche senso di dominio”. Siano rivalutati quei due artefici e siano valorizzati i figurativi di questi anni Dieci: perché mi fanno sentire più uomo.