Rinunciare al conformismo del pallino che indica il vino biologico
Io ho fede in Dio anziché in Bio. E, come diceva Benedetto XVI, “fa parte del diventare cristiani l’uscire dall’ambito di ciò che tutti pensano, dai criteri dominanti”
“Fa quindi parte del diventare cristiani l’uscire dall’ambito di ciò che tutti pensano, dai criteri dominanti” scrisse Papa Benedetto XVI qualche anno fa. Lo metto in pratica oggi a San Benedetto del Tronto. In un piacevole ristorante sul molo, appunto il Molo Sud, mi danno la carta dei vini e noto un pallino verde a fianco di quasi tutti i bianchi marchigiani (nelle Marche bevo marchigiano, ovvio, e se mangio pannocchie alias cannocchie bollite bevo vino bianco, ancora più ovvio). E’ il pallino che segnala la certificazione biologica. All’inizio nei ristoranti i pallini verdi erano una rarità, poi sono aumentati e adesso rappresentano una banalità burocratica. Per una volta cerco di non entrare nel merito. Non vorrei noiosamente ripetere, meno che meno alla bella cameriera, che io ho fede in Dio anziché in Bio. Mi limito a cristianamente uscire dal criterio dominante ordinando il Verdicchio di Matelica della Monacesca, coraggiosamente senza pallino (per rinunciare al conformismo del pallino bisogna averci le palle). Casco bene: è perfetto, pure le pannocchie alias cannocchie ringraziano.