Le coppie contemporanee mi fanno sentire orgoglioso uomo di marmo
Non compro mobili Ikea, non vado in vacanza con Airbnb, non mescolo amore e Bangladesh
Sia lodato Roberto Moliterni perché scrivendo “La casa di cartone”, romanzo sulla coppia contemporanea edito da Quodlibet, mi ha riempito di sano orgoglio, facendomi sentire uomo di marmo. Perché a differenza dei suoi personaggi non compro mobili Ikea, non vado in vacanza con Airbnb, anzi in vacanza non vado proprio, non guardo la televisione, non guardo Carlo Conti (“la salvezza di molte coppie che, altrimenti, finirebbero per litigare”), non guardo Netflix (andata male in Borsa proprio a causa dei, non previsti dagli analisti, refrattari all’abbonamento come me), soprattutto non compro, non ho mai comprato e se la ragione continuerà ad assistermi mai comprerò una rosa da un venditore ambulante di rose. “Ogni volta che ci innamoriamo facciamo anche un po’ muovere il pil del Bangladesh”, scrive Moliterni a nome di una tipologia occidentale fatiscente (usa perfino l’espressione “stereotipi di genere”). Non certo a nome mio che non mescolo amore e Bangladesh e di fronte a un fiore proposto da un asiatico resto impassibile come una lapide.