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Anche la metro adesso ti spiega come la devi pensare

Camillo Langone

Da tempo non prendevo la metropolitana. Ora non la prendo anche per non farmi indottrinare 

Non è un gran momento per gli spostamenti in auto e però i mezzi pubblici, meno rischiosi per la vita, sono più rischiosi per l’anima. La metropolitana di Milano, per dire, non si accontenta più di trasportarti da Lima a Cadorna o dalla Centrale a Sant’Ambrogio, troppo facile, troppo ovvio: adesso ti spiega come la devi pensare. Virgoletto Helga Marsala, pasionaria dell’estinzione che ne ha scritto su Artribune: “La stazione di Porta Venezia manterrà il suo look arcobaleno, nato come allestimento temporaneo e da oggi divenuto permanente. Era l’inizio di giugno quando le sei bande multicolor, simbolo ufficiale del Pride, ricoprivano la grande parete che corre lungo la banchina, inclusi pilastri, rampe di scale, obliteratrici. Un’esplosione radiosa, abbagliante, che ha cambiato il volto di una delle principali fermate della subway cittadina. Bella, quanto carica di senso: Porta Venezia è oggi un manifesto della comunità Lgbt, dell’orgoglio trans e gay…”.

  

Da tempo non prendevo la metropolitana, su consiglio di Salvador Dalì (“Ogni uomo di quarant’anni che prende ancora la metro è un fallito”). Ora non la prendo anche per non farmi indottrinare. Prendo piuttosto il Range e intaso e inquino e sto come un principe e metto nel lettore l’ultimo disco di Ferretti, “Bella gente d’Appennino, di madri e di famiglie”, sentendomi anch’io “vivo fra i morti”. Te Deum laudamus, come canta Giovanni Lindo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).