L'incompatibilità fra il turista e Dio
Le aperture domenicali si considerino una prova che il Signore manda sulla terra per riconoscere i suoi
La futura eccezione alla regola delle chiusure domenicali, riservata alle località turistiche, ribadisce l’incompatibilità fra turismo e religione, fra il turista e Dio. Il turista non ha rispetto di niente e di nessuno, non della geografia, non della storia, non di sé stesso (visto come va conciato), non di chi lavora, non di chi prega: per lui le chiese servono per scattarci fotografie. I turisti aumentano a dismisura, lo dicono le statistiche e lo dico io che vivo nel centro storico di una città d’arte e presto dovrò trasferirmi perché dove passa il turista non cresce più il residente, come l’erba al passaggio di Attila. Le aperture domenicali si considerino una prova che Dio manda sulla terra per riconoscere i suoi, per distinguere fra turisti e fedeli. Anche al tempo del diluvio gli uomini avevano pervertito la loro condotta, “ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Il rispetto della domenica sia l’arca del cristiano contemporaneo: dall’apposita finestrella si osservi l’umanità affogare perché incapace di comprare le mutande il sabato o il lunedì.