Fermare il crollo demografico con gli asili nido è un abbaglio
L'esempio da seguire è boom economico-demografico del dopoguerra che aveva tra le sue precondizioni l’indissolubilità del matrimonio e il lavoro minorile
Qualcuno pensa di fermare il crollo demografico con gli asili nido. E’ un abbaglio anni Settanta (precisamente del 1971, anno della legge che li istituisce). Per fermare il crollo demografico ci vorrebbero invece realtà anni Cinquanta-Sessanta. Come quella raccontata in un piccolo libro sulla storia dei lidi ferraresi. Me l’ha regalato Gianfranco Vitali, nipote del fondatore di Lido di Pomposa, dopo avermi fatto gustare una magnifica anguilla alla griglia nel suo ristorante Monnalisa di Lido degli Scacchi (magnifica anche la vista, dalle grandi vetrate, di mare in burrasca e dune quasi selvagge). Vi leggo queste sue parole: “Dal momento che la nostra casa era occupata dagli affittuari, dormivamo nella Ford Taunus familiare di papà. All’età di dieci anni lavoravo già all’interno del campeggio di mio padre e facevo di tutto. Del tempo libero non ce n’era mai e la sera andavo a riposare stanchissimo”. Un piccolo libro senza pretese che ricorda grandi verità: il boom economico-demografico del dopoguerra aveva tra le sue precondizioni l’indissolubilità del matrimonio e il lavoro minorile. A quel tempo i figli erano ancora una risorsa, adesso sono soprattutto una spesa, ovvero un lusso. Anni Cinquanta, massimo Sessanta, o morte.