Vittorio Sgarbi eroe dei due mondi
Soltanto lui in Italia ha superato indenne il cambio di regime, passando senza traumi dall’intermediazione accademica alla disintermediazione digitale
Vittorio Sgarbi eroe dei due mondi, quello di Gutenberg e quello di Zuckerberg. L’ho capito dopo una conversazione milanese con Ercole Pignatelli, vecchio leone della pittura italiana che mi aveva parlato del suo critico di riferimento negli anni Cinquanta-Sessanta-Settanta ossia di Luigi Carluccio, e io non è che l’avessi molto presente questo Luigi Carluccio. Tornato a casa mi sono immerso in libreria e ho trovato Carluccio citato più volte nei libri di Sgarbi. Qualche giorno dopo, passeggiando in una vigna comacchiese, Vittorio mi ha elogiato il remoto personaggio (morto nel 1981) per un quarto d’ora buono, contemporaneamente telefonando, chattando, messaggiando e posando per foto che sarebbero finite sui suoi seguitissimi profili social. Soltanto lui in Italia ha superato indenne il cambio di regime, passando senza traumi dall’intermediazione accademica alla disintermediazione digitale, cavalcando old e new media con la medesima disinvoltura. Osservarlo sia un esercizio di ammirazione.