Dio benedica la cultura differente
Il Corriere dedica due recensioni all'ultimo libro di Francesco Piccolo. La cultura standard è bestiale, non ci resta che sperare in un'alternativa
Sono diventate animali le pagine culturali del Corriere della sera. Si sono messi in due a recensire l’ultimo ululato di Francesco Piccolo, “L’animale che mi porto dentro”, da quello che ho potuto capire una sorta di horror evoluzionistico. Il primo recensore si chiama Pierluigi ma dice di essere per metà animale e di avere antenati scimmioni. Il secondo si chiama Barbara ma dice di discendere dai rettili. Il Piccolo da piccolo, quando abitava a Caserta, pare appartenesse a un branco, tipo cinghiali (in effetti, a giudicare dalla foto impaginata, è rimasto molto setoloso).
Il cinghialetto, o forse lupacchiotto, alla televisione guardava la Tigre della Malesia. E siccome dallo zoo alla macelleria il passo è breve, Pierluigi collega Piccolo al determinismo sanguinario della famiglia di don Vito Corleone, mentre Barbara evoca il richiamo della foresta e le sue zanne. Se la cultura standard è questa, ed è questa, io mi tengo stretta la cultura differente secondo la quale siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Prego per i ragazzi che, anche grazie ad autori e recensori così bestiali, con la cultura differente non entreranno in contatto mai.