La mia resa davanti all'occidente scristianizzato
Costanza Miriano si dice pronta a combattere come un soldato. Io voglio nascondermi
Se Costanza Miriano si sente un soldato semplice, come dice nel titolo del suo ultimo libro (“Diario di un soldato semplice. Il Signore ama vincere con un piccolo esercito”, Sonzogno), io mi sento un disertore. O meglio, mi sento prossimo allo stato d’animo di quei militari italiani che l’8 settembre 1943, col re e lo stato maggiore in fuga verso Pescara, rimasero senza ordini e abbandonarono uniformi e caserme. Dunque leggo Costanza per capire dove ripiegare, dove ritirarmi con ordine (qualora sia possibile un ordine nella ritirata che sta vivendo il cristianesimo occidentale) o magari dove nascondermi, dove scappare. In fondo a questa antologia di testi del suo seguitissimo blog c’è un indice tematico dove trovo la battaglia che più meriterebbe di essere combattuta, quella contro l’abominevole utero in affitto, “l’uso più spietato e crudele che si possa fare del corpo di una donna: usarne una, massicciamente bombardata di ormoni, per produrre ovuli; poi un’altra per crescere un essere umano grande quanto una punta di spillo fino a che diventi in grado di farcela da solo; poi, infine, metterla da parte, impedendole perfino di toccarlo, quel bambino strappato alle sue viscere”. Resta che io vorrei gettare la spugna perché non vedo, Dio mi perdoni, come sia possibile farcela in un’Italia dove perfino i cattolici tifano Cristiano Ronaldo e ascoltano Elton John, e in una Chiesa dove chierici e laici non trovano di meglio che accapigliarsi sulla traduzione del Padre Nostro, ossia sul sesso degli angeli.