Troppi panettoni e troppo pochi presepi
Mi offende come uomo e come cattolico chi mi offre il dolce milanese
La smettano di offendermi. Chi già da settimane (al ristorante, in privato, in ogni dove) mi propone panettone mi offende due volte, come italiano non milanese e come cattolico. Non sono nato né abito a Milano, e nemmeno in provincia di Milano o in arcidiocesi di Milano, dunque non mangio il famoso dolce televisivo (nato secoli fa ma dilagato negli anni Cinquanta grazie al Carosello). Il gonfio, tronfio panettone ha soffocato i mille dolci natalizi di un’Italia bella perché varia, a cui invece, da peculiarista, io sempre mi attengo. La mia biografia mi spinge verso spongate e cartellate e ammiro chi segue le proprie tradizioni di pandolci, panspeziali, panpepati, panforti, pangialli… Il panettone mi offende poi come cattolico quando viene proposto con tanto (ogni anno sempre maggiore) anticipo. I dolci natalizi comincio a mangiarli la sera della Vigilia: se il Natale dura due mesi il 25 dicembre è un giorno qualsiasi, se i dolciumi non simboleggiano una festa sono soltanto un modo per ingrassare. Troppi panettoni e troppo pochi presepi: Gesù Bambino lo si dimentica così.