Montanari smetta con la politica, e insista sull'arte
Lo storico dell’arte tocca vette estetiche importanti coi suoi libri, perché perdere tempo negli studi di Lilli Gruber?
Tomaso Montanari faccia lo storico, non il politico. Mi dispiace per Paolo VI ma resto convinto che la politica sia perfetta per gli avvocati senza clienti, per i medici senza vocazione, per le persone senz’arte né parte: Montanari l’arte ce l’ha e dunque la usi, firmi più libri sulla pittura e meno appelli anti Tav, che quelli è capace di firmarli anche Sabina Guzzanti. Davvero magistrale “Velázquez e il ritratto barocco” (Einaudi) in cui lo storico dell’arte illumina la grandezza del maestro spagnolo, dei suoi committenti (innanzitutto Filippo IV) e dei ritrattisti suoi contemporanei (Bernini, Hals, Van Dyck, ma pure Carlo Ceresa, Pietro da Cortona, Salvator Rosa…). Proprio un secolo d’oro. E allora perché, dopo aver frequentato simili vette estetiche, infangarsi in manifestazioni e televisioni? Chiamandosi Tomaso, solitaria M aristocratica, alle elezioni non ha speranza: smetta dunque di perder tempo da Lilli Gruber e ci regali altre belle pagine sul “divino potere della pittura”.