Sia benedetto Enrico Brizzi
Il suo nuovo libro è un toccante esempio di conservatorismo quintessenziale
Siano benedetti i padri e in particolar modo i padri di figlie. In particolarissimo modo sia benedetto, e sia letto, l’Enrico Brizzi che di figlie ne ha una squadra ed è fresco autore de “Il cavaliere senza testa. Viaggio a piedi di un padre e delle sue figliole da Bologna alle creste dell’Appennino” (Ponte alle Grazie). Un libro tra passato e presente vissuto insieme alle “tre figliole maggiori”: mi sono illanguidito leggendo “figliole” in copertina, mi sono commosso leggendo “Romagne” “tornature” “forestieri” “signorine” all’interno, e leggendo a pagina 88 della fondamentale dicotomia felsinea Via Indipendenza-Via Galliera quasi ho pianto. Mai stato un giudice obiettivo con Brizzi, figuriamoci con questo “pellegrinaggio al paese che cinque secoli fa ha dato i natali al più remoto dei nostri antenati di cui ci sia giunta notizia”, affinché il suo ricordo “si perpetui almeno per un’altra generazione”. Toccante esempio di conservatorismo quintessenziale, tra Burke e Scruton, Milosz e Ferretti. Sia benedetto.