Non chiamatela letteratura, ma galera!
Peggio dei poeti ci sono gli autori di racconti. E peggio di questi ultimi gli scrittori di gialli
In ambito letterario, esiste una categoria peggiore dei poeti? Forse sì, ed è quella degli autori di racconti. Come la poesia, ma con l’aggravante del maggior numero di parole, il racconto è faticoso e autoritario, pretende attenzione. Il lettore viene sottoposto a un ricatto: o mi leggi dall’inizio alla fine, frase per frase, o non ne ricaverai nulla. Io non sopporto le pressioni e per questo preferisco i libri dove la lingua o il pensiero contano più della cosiddetta trama, quelli che, dalla Bibbia a “Fratelli d’Italia” di Arbasino, possono leggersi “ad apertura di libro”… Ora c’è in classifica un’antologia di racconti oltretutto gialli, scritti da specialisti quali Camilleri, Malvaldi, Recami. In ambito letterario, esiste una categoria peggiore degli autori di racconti? Forse sì, ed è quella degli autori di racconti gialli: perché ti costringono, per capirci qualcosa, a leggere non frase per frase ma addirittura parola per parola. Non la si chiami letteratura, bensì galera.