Non si consideri innocuo il presepe
I multietnici Magi sono la negazione del multiculturalismo
Non si consideri innocuo il presepe. Capisco che farlo passare per tale, buttandola sul sentimentale se non sul folcloristico, sia anche un modo per farlo digerire agli atei e ai non cristiani. Ma il presepe contiene un nocciolo teologico durissimo e ce lo spiega un professore agnostico (quasi una ridondanza) ossia Maurizio Bettini, filologo classico dell’università di Siena. Col suo “Il presepio” (Einaudi), “percorso antropologico” intorno alla rappresentazione della nascita di Gesù, inizialmente sembra che voglia smontare il giocattolo, per relegarlo in soffitta tra i balocchi del bambino cattolico che fu. Poi, pagina dopo pagina, fra grotte e mangiatoie, angeli e animali, e a prescindere dalle intenzioni dell’autore, il valore affiora. Verso la fine, la cultura di Bettini rende ai Magi la loro verità: “Melchiorre, Gaspare e Baldassarre aggiungono alla certificazione della natura divina di Gesù anche una smentita delle religioni diverse dal cristianesimo e l’affermazione della sua verità esclusiva”. Non si consideri innocuo il presepe: i multietnici Magi sono la negazione del multiculturalismo. Roba forte, divisiva davvero.