Il popolo non è pronto alla poesia civile
Se ci fosse un pubblico adatto, l'ultimo libro di Magrelli sarebbe un evento. Ma soltanto Alda Merini e Francesco Sole hanno qualche lettore
Quando tutta la poesia sembra essere d’amore, o peggio d’ammore, sorprende “Il commissario Magrelli” di Valerio Magrelli (Einaudi) che contiene un quasi demaistriano elogio del boia, o comunque della punizione. “Qualcuno tocchi Caino, / invece di proteggerlo ad oltranza”. Un libro antisentimentale di un poeta d’ordine che si scaglia contro il perdonismo e il pentitismo, contro il gesuitismo e le assoluzioni facili e perciò dalla parte, oltre che della vittima, di Pascal. C’è perfino una poesia contro l’invasione africana di “maschi soli, disperati, misogini / come quelli che piombano dal nulla / a casa nostra”. Se la poesia civile avesse un pubblico “Il commissario Magrelli” sarebbe un evento, ma soltanto Alda Merini e Francesco Sole hanno qualche lettore, il popolo delle librerie sonnecchi in pace.