L'ira tra i fornelli
Gli insulti per le ricette o per i menù insoddisfacenti viaggiano su internet
L’ira è un vizio capitale e un suicidio commerciale. Penso ai cuochi e ai ristoratori che disastrosamente polemizzano con i clienti su internet. Stavo per prenotare un ristorante pugliese quando su TripAdvisor mi sono imbattuto nella rispostaccia all’avventore rimasto deluso per non aver trovato in carta vini pugliesi: “Il suo livello culturale enogastronomico è molto limitato” (così insultando non solo il cliente ma tutti i vignaioli pugliesi). Stavo per prenotare un ristorante marchigiano quando su Passione Gourmet mi sono imbattuto nella reazione al recensore che dopo molti elogi aveva osato scrivere di alcune ridondanze in alcuni piatti: reazione talmente scomposta che non virgoletto nulla, per pietà. E potrei proseguire ma ormai si è capito che con internet i cuochi iracondi, i ristoratori collerici, gli osti rissosi, gli stellati minacciosi (in Emilia ce n’è uno che annuncia querele a chi si lamenta del tonno troppo salato), si sgamano subito: si lascino dunque cuocere nel loro brodo, dove galleggeranno in solitudine.