Il mio gemello Houellebecq
La passione per la caccia e non solo: io e lo scrittore francese abbiamo troppi interessi comuni (e questo mi da un po' fastidio)
Maledetto Houellebecq, impossibile liberarsi di te. Stavo cercando testi letterari sulla caccia e, dopo aver trovato poco nella letteratura americana e pochissimo in quella italiana, ho chiesto a Paolo Nori se nella letteratura russa ci fosse qualcosa a parte “Memorie di un cacciatore” di Turgenev. L’autore della “Grande Russia portatile” mi ha segnalato un capitolo di “Guerra e pace” e un racconto di Puskin. Nulla di più recente? Possibile che il Putin in posa hemingwayana non abbia nessun corrispettivo letterario? Nessuno, mi ha risposto Nori consigliandomi invece il tuo ultimo libro: “C’è una parte sui fucili, da pagina 215 a pagina 226”. E io che “Serotonina” lo avevo abbandonato a pagina 107! L’ho ripreso in mano e sì, a pagina 215 comincia una parte sui fucili: il protagonista impara a centrare un bersaglio ma quando si tratta di sparare a un uccello si blocca, perché è un inetto ossia un occidentale (veramente tu scrivi “un finocchio”). Maledetto Houellebecq, abbiamo troppi interessi comuni, esprimiamo troppi giudizi simili, e questo rischia di incrinare il mio considerarmi unico al mondo. Maledetto Houellebecq, non potresti limitarti a scrivere di turismo e psicofarmaci?