Avessi un quarto della vis polemica di Diego Fusaro
Il filosofo, che unendo nell’applauso fascisti e comunisti ha confermato la stretta parentela dei due fanatismi, si è preso la briga di polemizzare con una mia mail collettiva
Avessi un quarto della vis polemica di Diego Fusaro. Il filosofo marxista-leninista, che unendo nell’applauso fascisti e comunisti ha confermato la stretta parentela dei due fanatismi, si è preso la briga di polemizzare con un mio mailing massivo.
Per vendere quattro copie dell’ultimo libro, “Dei miei vini estremi”, sto mandando all’intera mia rubrica la notizia della pubblicazione, una mail di servizio che proprio per dichiararsi impersonale si apre col supergenerico appellativo “Carissimo/a”. Tutto bene fino alla lettera F, anzi fino a Diego Fusaro che si è impermalito, ha reagito, ha risposto con un “Carissimo/a” in modalità ripicca infantile per poi accusarmi di avere usato “un perfetto stile americano”. E si sa che “americano” è per lui il peggiore degli insulti.
A parte che non ho mai messo piede in America, a parte che nemmeno so l’inglese, a parte che a differenza di Fusaro non possiedo neanche un paio di jeans, ne sono rimasto ammirato. Io non sarei mai capace di abbaiare contro una mail collettiva, mi sembrerebbe un’assurdità, una sproporzione, uno spreco di dialettiche energie che invece nel filosofo marxista-leninista evidentemente sovrabbondano e lo spingono a scagliare grossi carichi di pedanteria e puntiglio perfino contro bersagli risibili. Avessi un quarto della vis polemica di Diego Fusaro.