Una volta all'anno è lecito impazzire
Speranza, metodo e pragmatismo nel libro di Doninelli, che non racconta solo di dieta ma di ogni forma di dipendenza
Ho letto “La dieta sono io” di Luca Doninelli (La nave di Teseo) non perché debba dimagrire di 50 chili come l’autore ma perché è il racconto di una dipendenza e la dipendenza riguarda tutti. Doninelli rammenta che si può essere drogati di quasi ogni cosa, di alcol, di sesso, di droga propriamente detta, di gioco d’azzardo, di potere, anche di smartphone (lui, 50 chili fa, lo era soprattutto di pizza e di focaccia). Il libro non contiene soluzioni (le innumerevoli diete a cui si è sottoposto, tutte inutili prese a sé stanti, sono appena accennate) ma speranza: “Molti dietologi mi hanno detto che, dopo i cinquant’anni, è quasi impossibile dimagrire in modo significativo. Io l’ho fatto a sessant’anni. Tutto si può fare, sempre”. Corroborata da un buon metodo: “Stabilite le cose alle quali non vogliamo rinunciare, occorre calendarizzare: prendere letteralmente il calendario e segnare il giorno in cui ci permetteremo questa o quella trasgressione, in modo che l’intervallo tra una trasgressione e l’altra sia sempre lo stesso”. E da un bel pragmatismo: “Se non potete farne a meno fumatevi qualche canna ma non più di una a settimana”. Sia lodato Doninelli per avere attualizzato il “semel in anno licet insanire” degli antichi (che forse è l’unico modo per non essere insani tutto l’anno).