Sette motivi per riscoprire Margherita Sarfatti
Grande critica d'arte e compagna del Duce, da cui ricevette solo danni. Non meritava di nascere in Italia e l’Italia non meritava lei
Si legga “Margherita Sarfatti” di Massimo Mattioli (Manfredi edizioni) per scoprire, come ho scoperto io, che: 1) la Sarfatti fu la prima critica d’arte del mondo (non d’Italia, del mondo); 2) la Sarfatti acquisì rilievo culturale ben prima della relazione con Benito Mussolini; 3) la Sarfatti al futuro Duce dette molto, alloggio, conforto, entrature intellettuali, insegnamento delle lingue, soldi; 4) la Sarfatti dal Duce irriconoscente e ignobile ricevette poco, e da un certo momento in poi solo danni, tanto che fu costretta all’esilio; 5) la Sarfatti nel dopoguerra venne seppellita viva dagli storici dell’arte a quel punto quasi tutti comunisti (magari ex fascisti come Argan); 6) la Sarfatti merita una riscoperta non solo biografica, non solo affidata a mostre pur benemerite, ma anche letteraria e dunque la pubblicazione dei testi inediti conservati al Mart di Rovereto e la ristampa di libri necessari (per chi sia assetato di conoscenza) quali “Storia della pittura moderna” e “Acqua passata”; 7) la Sarfatti non meritava di nascere in Italia e l’Italia non meritava e non merita la Sarfatti.