Vorrei eleggere Alain Elkann mio fratello maggiore
Come me, anche lui è favorevole all’inumazione e crede che nel crescente successo della cremazione si nasconda il nichilismo collettivo
Vorrei eleggere Alain Elkann mio fratello maggiore. Per almeno tre ragioni: è ebreo (vedi discorso di Giovanni Paolo II nella sinagoga di Roma), ha qualche anno più di me, ha il mio stesso pensiero (di origine biblica) sul trattamento delle salme e dunque è favorevole all’inumazione e crede che nel crescente successo della cremazione si nasconda il nichilismo collettivo, “la nostra volontà di far sparire, dissolvere quello che siamo stati”. Sotto il velo sottile del romanzo d’amore, “Anita” (Bompiani) è in realtà un’autofiction sulla sepoltura, dei famigliari e dell’autore che rimugina per molte pagine sulla propria ultima dimora. “Comunque sia, Anita voleva essere cremata, e io farmi seppellire come mio padre”. Già a metà libro non sono riuscito a trattenermi e ho esclamato, come fossi Baudelaire: mon semblable, mon frère!