Il disfacimento del cristianesimo spiegato con un quadro
Il capolavoro di Nicola Samorì, artista religioso che ha spellato pittoricamente Cristo
Leonardo è un pittore turistico (non so cosa fosse ai suoi tempi, non c’ero, non so se i suoi ritratti di travestiti risultassero meno melensi, ma oggi è un pittore per turisti e la recentissima scomparsa del particolarmente orrendo Salvator Mundi, comprato nel 2017 per 450 milioni di dollari da un ricco turista arabo, ha tutta l’aria di una sacrosanta nemesi). Nicola Samorì è un pittore religioso. Non ho capito bene di quale religione, ma è un pittore religioso. Si è dunque ispirato alla più turistica delle opere di Leonardo visibili in Italia, l’Ultima Cena, per realizzare un capolavoro sul disfacimento del cristianesimo. Si intitola “Interno assoluto”, è un olio e zolfo su rame lungo cinque metri e mezzo, enormità che si può ammirare in questi giorni proprio a Milano, proprio vicino a Santa Maria delle Grazie, in una mostra alle Stelline. Gli apostoli sono fantasmi: come i cristiani odierni che risultano sempre più indistinguibili dallo sfondo. Gesù è una silhouette, un profilo vuoto: Samorì lo ha dipinto e poi ha raschiato via l’olio, spellando Cristo pittoricamente così come in questi anni il clero lo ha spellato teologicamente, rimuovendone figura e messaggio per flirtare meglio coi non cristiani, con gli anti-cristiani. Però quella dell’artista non è una dissacrazione, è un’interpretazione/sublimazione della realtà. “Interno assoluto” sia considerato un testo per la meditazione quaresimale.