Oggi Dio è più odiato di Hitler
Sogno di potermi consentire certe libertà supplementari grazie alla letteratura. Poi penso che la libertà di espressione non è di questo mondo
Quasi non c’è giorno in cui non ipotizzi di passare alla narrativa. Sogno di potermi consentire certe libertà supplementari sotto l’usbergo della terza persona o di un io narrante fittizio. Poi penso che la libertà di espressione non è di questo mondo, e lascio perdere. Poi leggo “Il cuore e la tenebra” di Giuseppe Culicchia (Mondadori), e ricomincio a fantasticare. Nell’ultimo romanzo, come al solito scritto benissimo, Culicchia racconta di un padre affascinato dal nazismo e di un figlio che tuttavia lo ama, nella Berlino di oggi. Chiaramente è un terreno minato. Ma se Culicchia lo attraversa, per giunta con un editore così poco avventuroso, perché io mi costringo a questa frustrante immobilità? Potrei raccontare di un padre affascinato dal Decalogo e di un figlio che tuttavia lo ama, nell’Italia di oggi. Se non fosse che oggi Dio è più odiato di Hitler (oggi l’uomo vuole sostituirsi a Dio, mica a Hitler).