Un Pasolini mai così autoctonista, cattolico e attuale
Evitare la prefazione, che cattura nelle sue accademiche reti un testo potente, drammatico, ispirato
Il filosofo Jerry Fodor definì l’accademia come “il processo attraverso il quale le farfalle sono trasformate in bruchi”. Il filosofo Giorgio Agamben conferma Fodor nella prefazione ai “Turcs tal Friul” di Pier Paolo Pasolini (Quodlibet). Catturando nelle sue accademiche reti un testo potente, drammatico, ispirato, di un Pasolini mai così autoctonista e cattolico, e ricavandone un macinato fine di linguistica da corso di laurea: monolinguismo, plurilinguismo, lingua, dialetto, il professor Contini, il professor Bertoni… Non una parola sul contenuto, su ciò che stava tanto a cuore al poeta nel Friuli occupato del 1944. “Solo / questo so io adesso: che genti / straniere sono pronte a invadere la nostra terra” (efficace la traduzione a fronte di Ivan Crico). L’amico lettore salti la prefazione affinché non venga trasformato in bruco, in sorda erudizione, un Pasolini così attuale.