Ferdinando Camon, profeta
Università, Europa, Pasolini: perché il vecchio scrittore veneto ha ragione a dire che è meglio non servire gli idoli
Ferdinando Camon insegna a non servire gli idoli. In “Scrivere è più di vivere” (Guanda), riflessioni sul presente e sul passato prossimo, insegna a non idolatrare l’università, descritta come luogo di mafia (e sta parlando dell’università di Padova, non di Palermo). Né l’Europa: “La prevalenza delle tre lingue francese, inglese e tedesco sta a significare che non i 28 paesi membri son diventati Europa, ma che tre nazioni dominanti son diventate Europa”. Né Pasolini che davvero non ci fa una gran figura: al tempo del famoso articolo lamentante la scomparsa delle lucciole, Camon vide nel giardino di casa Pasolini all’Eur tantissime lucciole. E nemmeno i lettori: “Quando scrivi un libro, non devi preoccuparti per la reazione dei tuoi contemporanei: non contano niente, presto moriranno e puoi considerarli già morti”. Sia considerato un profeta, un maestro, qualcuno di molto importante il vecchio scrittore veneto (nato nella Bassa Padovana nel 1935) il cui libro potrebbe avere come esergo il Salmo 97: “Si vergognino tutti gli adoratori di statue e chi si vanta del nulla degli idoli”.