Un piccolo libro contro la Costituzione, un piccolo capolavoro
“L’Italia profonda” di Franco Arminio e Giovanni Lindo Ferretti (Gog) è dialogo fra i due bardi dell’Appennino, tra due scettici nei confronti dello Stato
Un piccolo libro contro la Costituzione, contro la cremazione, contro i lupi, contro le tasse. Senza esplicitarlo troppo, lasciandolo dire alle cose. E’ un piccolo capolavoro “L’Italia profonda” di Franco Arminio e Giovanni Lindo Ferretti (Gog), dialogo fra i due bardi dell’Appennino. Due scettici nei confronti dello Stato che è romano. “Non siamo nati con la Costituzione e c’eravamo, stavamo anche abbastanza bene, ben prima dell’unità d’Italia” dice Ferretti l’Emiliano. “Più che gli italiani sull’Appennino ci sono i bruzi, i piceni, i dauni, gli irpini, i sanniti” dice Arminio l’Irpino, il moderato della coppia, quasi un progressista paragonato al reggiano apocalittico secondo il quale, per i paesi di montagna (argomento del libro) “non c’è speranza”. Eppure proprio da Arminio arriva un precetto da perfetto conservatore: “Ama la tua città, il tuo paese, questo è il primo comandamento nella città della geografia”. Qualcosa che assomiglia a un “Prima i paesani”.