La libertà di abortire, prostituirsi o lavorare in Amazon
Se è il bisogno di soldi a motivare, nel 99 per cento dei casi, la scelta di prostituirsi, è lo stesso bisogno a motivare, nel 100 per cento dei casi, la scelta di fare il magazziniere
Prostituirsi non è mai un atto totalmente libero, sono d’accordo con la Corte costituzionale che sulla base di tale motivazione continua a considerare valida la legge Merlin grazie alla quale il mestiere più antico del mondo continua a essere limitrofo al crimine. Ci dicano questi giudici quali sono gli atti totalmente liberi. A me non ne viene in mente neanche uno. Nemmeno l’alzarmi dal letto la mattina mi sembra totalmente libero: mi conosco, se non avessi ogni giorno una fila lunga così di obblighi lavorativi e sociali (compreso in questo periodo il cercare di pagare le tasse ossia gli stipendi ai giudici della Corte costituzionale) sarei capacissimo di poltrire fino a mezzogiorno. Se è il bisogno di soldi a motivare, nel 99 per cento dei casi, la scelta di prostituirsi, è lo stesso bisogno a motivare, nel 100 per cento dei casi, la scelta di fare il magazziniere in Amazon. Dunque perché non vengono processati i dirigenti Amazon? Accuserei anche i clienti del sito, complici così come i clienti delle prostitute di un’attività rischiosa per l’integrità psicofisica di chi è costretto a compierla: pare che i dipendenti di Jeff Bezos soffrano di stress, attacchi di panico, problemi all’apparato muscolo-scheletrico… Nemmeno l’aborto è un atto totalmente libero: la scelta di abortire, proprio come quella di prostituirsi, “è quasi sempre determinata da fattori che limitano e condizionano la libertà di autodeterminazione dell’individuo”. Nessuno che abbia appena ricevuto un’eredità di tre milioni in contanti pensa ad abortire, a prostituirsi, a fare domanda di lavoro in Amazon. Incriminiamo pertanto i ginecologi non obiettori? Sarei d’accordo.