Basta col definire Montanari “di sinistra”
Lo storico, a cadavere caldo, ha accusato Zeffirelli di squadrismo
Matteo Salvini, definendolo “di sinistra”, non ha capito chi è Tomaso Montanari, ma se è per questo forse nemmeno Tomaso Montanari ha capito chi è Tomaso Montanari. Pensare che basterebbe leggerlo (o rileggersi). Io, diligente, dello storico fiorentino ho appena studiato sia la famosa traccia della maturità sia l’ultimo articolo del Fatto. Il virgolettato scelto dal ministero mi è piaciuto moltissimo, avrei voluto scriverlo io. A un certo punto, quando dice che “nel patrimonio culturale è visibile la concatenazione di tutte le generazioni”, in filigrana ho intravisto Edmund Burke e per la precisione una bellissima pagina di “Riflessioni sulla rivoluzione in Francia”, libro reazionario se ce n’è uno. L’articolo del Fatto mi è piaciuto meno: io, pur non apprezzando particolarmente lo Zeffirelli regista, avrei taciuto siccome di fronte alla morte un gentiluomo rinfodera il polemos ed esprime la pietas. Purtroppo Montanari gentiluomo non si è dimostrato, a cadavere caldo ha accusato Zeffirelli di squadrismo, somigliando peraltro al bue che dice cornuto all’asino: se non è squadrismo aggredire un morto ditemi che cos’è. Inoltre il suo attacco alla “Firenze borghese” mi ha ricordato immediatamente Malaparte e Rosai, due squadristi veri. Si eviti di definire Montanari “di sinistra”: a prescindere da ciò che egli pensa di sé stesso, che non conta nulla.