L'artista è un servo
La lezione di moderazione di Edgar Morin. Un consiglio sia per chi vince lo Strega sia per i politici
“E’ l’ascolto dell’ouverture del Vascello fantasma che mi ha portato a decidere di entrare nella Resistenza” scrive Edgar Morin in “Sull’estetica” (Raffaello Cortina Editore). Pensare che a me la musica serve innanzitutto a starmene tranquillo: la contemplazione mi risparmia l’azione. Il vecchissimo (a giorni compie 98 anni) e attivissimo (anche su Twitter) filosofo francese riempie il suo piccolo libro di pensieri fecondi: “L’opera romanzesca ma anche artistica non è unicamente il prodotto del romanziere o dell’artista. L’opera si autoproduce più o meno come il bambino si autoproduce nel grembo della madre. Ogni opera è coanimata da un potere autocreatore”. Dunque chi abortisce compie, a parte l’omicidio, un’appropriazione indebita, e chi esulta per aver vinto lo Strega dimentica di essere un tramite, ruolo piuttosto servile. Quella di Morin è una lezione di moderazione, consigliabile anche ai politici: nemmeno i successi elettorali devono più di tanto a colui che li consegue.