"Filosofi pigri" da evitare
Ho letto Stefano Scrima, sulla carta l'anti Fusaro. Poi però l'ho letto. E mi sono pentito
Viste alcune recenti prestazioni di Agamben e Cacciari, ogni tanto vado allo scoperta di un filosofo giovane. Sulla carta Stefano Scrima mi attira perché non è Fusaro, perché è di Cremona (provincia amata), perché sembra conoscere la mia accidia visto che ha scritto “Il filosofo pigro. Imparare la filosofia senza fatica”. Che sia il nuovo De Crescenzo, un piacevole divulgatore? O almeno la versione maschile di Ilaria Gaspari? Lo compro. E lo leggo. A parte l’abuso di virgolette, che forse sono colpa dell’editore, si dichiara ironico e dunque nichilista; dice che lettura e viaggi aprono la mente, e anche questa l’ho già sentita; si scaglia contro “il culto materialistico della crescita senza sosta” (e io che pensavo l’Italia vittima del problema opposto, la decrescita senza requie); definisce “morboso e nauseante” il “sistema della civiltà occidentale” (riterrà sano e appetitoso il sistema cinese?); condanna l’antropocentrismo giudeo-cristiano per il quale “tutto è degno, ma l’uomo di più. Chissà perché”. Chissà perché non mi sono informato meglio prima di comprare un libro di Stefano Scrima: mea culpa.