Viaggiare per l'Italia per turismo o per stakanovismo
Storia di chi visita la Puglia voltando le spalle al mare
In un vecchio film davano per scontato che Massimo Troisi, napoletano a Firenze, fosse un emigrante. “No, turista” rispondeva lui, giustamente infastidito dall’idea che un napoletano non potesse viaggiare per diletto. Io quando vado in Puglia vengo, da chi è rimasto al Nord, tacciato automaticamente di turismo. “No, stakanovista” devo precisare, sintetizzando brevi soggiorni abbastanza frenetici in cui concentro presentazioni di libri, cerimonie famigliari, visite a pittori, sopralluoghi con geometri, cene con stiliste, incontri con industriali.
“La Puglia è una regione meravigliosa”, insistono. Come tutte le regioni italiane, provo a rispondere: luci e ombre, posti belli e posti meno belli... E’ difficile convincere interlocutori la cui esperienza pugliese si riduce alle spiagge del Salento: sarà che ho ricevuto il mio imprinting pugliese, tanti anni fa, alla stazione di Foggia, il luogo meno ameno e meno balneare (e meno salentino) della regione. Non mi immergo nelle acque pugliesi da lustri se non decenni: si può benissimo vivere la Puglia voltando le spalle al mare, si prega di prendere nota.