Cara Luna conti molto meno di quanto si creda
Non sono un lunista, spero nemmeno un lunatico. Ho colto l’occasione del nuovo universale, irrazionale entusiasmo nei tuoi confronti per interpellare alcuni dei migliori produttori italiani di vino. Ecco cosa ho scoperto
Luna, non sono un poeta, non sono un romantico, non sono un astronomo né un astrologo né un astronauta, non sono nemmeno un furbo come Jovanotti che con grande tempismo ha confezionato una cover di “Luna” di Gianni Togni (versione così così di una canzone così così anche in origine). Insomma non sono un lunista, spero nemmeno un lunatico, e come Heidegger considero i viaggi lunari qualcosa di spaventoso, una tappa verso il dominio della tecnica sull’uomo. Colgo l’occasione del nuovo universale, irrazionale entusiasmo nei tuoi confronti per dirti che conti molto meno di quanto si creda. Ho interpellato alcuni dei migliori produttori italiani di vino: “Quando imbottigliate tenete ancora conto delle fasi lunari?”. Molti mi hanno risposto sì, certo. “Luna calante, giusto?”. In questo gruppo di sensibili alla luna, tutti mi hanno risposto luna calante, tranne uno che mi ha risposto luna crescente e siccome i suoi vini sono altrettanto buoni devo dedurre che luna calante o luna crescente non cambia niente. Nel gruppo dei produttori insensibili alla luna, un produttore (di Lambruschi supremi) mi ha detto di aver testato diversi imbottigliamenti, a luna calante, a luna crescente, a luna come capita, senza notare mai la minima differenza qualitativa. Sei solo un placebo, luna.