La mia cultura, la mia casa e il mio caffè
Perché non riesco a ridurre la donna al suo corpo e il barista al braccio che aziona la macchina del caffè
Alcuni amici frequentano i centri massaggio cinesi, molti amici frequentano i bar cinesi. Li invidio. Ammiro il pragmatismo di chi punta dritto al fine (l’orgasmo, il caffè) senza preoccuparsi dei mezzi. Io invece credo nell’amore e nella cultura: due zavorre, me ne rendo conto. E dunque nei centri massaggio non entro mentre esco dai bar dove constato una sinofona gestione.
Non riesco a ridurre la donna al suo corpo e il barista al braccio che aziona la macchina del caffè. Sono un misantropo e non ambisco a chissà quale conversazione ma la completa estraneità mi ghiaccia l’anima. Con simili parametri in certi quartieri di Milano un semplice caffè diventa una faccenda complicata.
Prego pertanto di trovarmi sempre nelle vicinanze di un Caffè Napoli (in quello di via Vittor Pisani l’altro giorno c’era in sottofondo Massimo Ranieri, la cui vittoria in un lontano Sanremo rese felice mia nonna: ecco la mia cultura, la mia casa, e il mio caffè).