I capannoni salvino la Puglia. Per l'industria, contro il turismo
Dire che un territorio ha vocazione turistica è dire che quel territorio ha vocazione alla fame
Per l’industria, contro il turismo. Sono stato a Nardò, provincia di Lecce, e ho ammirato, fra baraccopoli di africani assistiti e distese di olivi rinsecchiti, un’oasi di civiltà: l’industria di confezioni Barbetta, 180 dipendenti più 600 lavoratori nell’indotto anch’essi pagati e trattati come da contratto nazionale. Solo l’industria, al Sud e forse in tutta Italia, può garantire il benessere. Mentre nel turismo (su queste pagine ne ha scritto in modo dettagliato Lorenzo Borga) le paghe sono basse, gli orari non esistono, il riposo te lo prendi quando piove, le ferie sono i periodi di disoccupazione, la pensione te la sogni.
Dire che un territorio ha vocazione turistica è dire che quel territorio ha vocazione alla fame. E all’estinzione: se lavori in nero come fai a sposarti, a fare figli? Chi te lo regala il congedo di maternità? E al parassitismo: mentre l’industria si basa sull’uomo che produce, il turismo si basa sull’uomo che consuma (ciò che è stato prodotto da altri, vuoi Dio, vuoi la natura, vuoi gli artisti, gli architetti, i committenti dei secoli passati…). I capannoni salvino la Puglia.